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Saporè, la nuova era milanese

di Laura Mantovano

21 marzo 2025

Renato Bosco, uno dei più grandi lievitisti italiani, ha inaugurato a Milano una nuova insegna. Al suo fianco i fratelli Borgia, gli imprenditori palermitani che hanno fatto di qualità, rispetto delle persone e impatto zero sull’ambiente la loro filosofia. E il tutto all’ombra del Bosco Verticale.

Vittorio e Saverio Borgia

A marzo, a Milano, in via Gaetano de Castillia, 23 si è alzato il sipario su un nuovo Saporè targato Renato Bosco, uno dei più grandi lievitisti italiani, fra i migliori interpreti di pane e pizza contemporanei che, partito da San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona, da oltre 15 anni porta in giro per l’Italia il verbo del Lievito madre. Questa volta il pizzaricercatore come è stato definito, è in jointe venture con due giovani imprenditori palermitani, Saverio e Vittorio Borgia, che hanno fatto della qualità e dell’impatto zero sull’ambiente la filosofia della loro proposta di ristorazione dalla Lombardia alla Sicilia (a Milano sono partiti con Bioesserì poi altre insegne come Uovodiseppia e la pasticceria Baunilla). E il tutto avviene all’ombra del Bosco Verticale, progetto rivoluzionario (duemila specie arboree distribuite sui prospetti), riconosciuto nel 2015 come “grattacielo più bello e innovativo del mondo” dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat  e come parte dei “cinquanta grattacieli più iconici del mondo” nel 2019. Simbolo di edificio sostenibile per l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che promuovono l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale.

Sembra la chiusura di un cerchio e forse lo è davvero l’apertura del nuovo Saporè (350 mq con 80 posti sedere all’interno, e 40 nel dehors che ospiterà prevalentemente l’aperitivo). Visti i protagonisti e il contesto, non può che essere un progetto all’avanguardia. In linea con proposta identitaria forte, (il cardine di quello che abbiamo definito true dining, in pizzeria come al ristorante), che tiene insieme sostenibilità economica e ambientale, accoglienza, atmosfera, proposta chiara e riconoscibile, frutto di una grande conoscenza della materia.

È davvero così? L’abbiamo chiesto a Renato Bosco

Renato Bosco

Saporè, in sintonia con il contesto in cui è nato, ha caratteristiche di sostenibilità a 360° gradi (dal punto di vista architettonico, dell’acustica, delle norme antispreco, del personale)?

Sicuramente la sostenibilità è uno dei pilastri di Saporè Milano. L’architettura del locale è stata progettata per integrarsi armoniosamente con il contesto del Bosco Verticale, con materiali e soluzioni che garantiscono efficienza energetica e comfort acustico. Inoltre, abbiamo adottato un approccio antispreco rigoroso, con una gestione ottimizzata delle materie prime e del food cost. Anche dal punto di vista umano, puntiamo su un ambiente di lavoro sano e motivante, investendo nella formazione del personale e garantendo condizioni etiche e sostenibili; lo staff è giovane e questo è un aspetto che è diventata quasi una sfida, invogliare nuovamente i giovani a fare questo lavoro, creare nuove leve.

È un luogo dove il cliente potrà vivere un’esperienza autentica, fatta di accoglienza e atmosfera?

Assolutamente sì. Saporè non è solo un luogo dove mangiare, ma un’esperienza a tutto tondo. L’atmosfera è pensata per mettere il cliente al centro, con un servizio attento ma informale, capace di raccontare ogni dettaglio della nostra proposta. L’accoglienza è un valore fondamentale: vogliamo che chiunque entri da noi si senta a casa, accolto e guidato in un viaggio attraverso sapori autentici e ingredienti selezionati con cura.

Renato, hai detto che qui non avrai limitazioni e potrai costruire un’identità forte? Cosa troverà chi verrà da Saporè Milano?

Saporè Milano sarà un punto di riferimento per chi cerca una pizza contemporanea di alto livello, ma anche per chi vuole vivere un’esperienza gastronomica completa. Qui posso esprimere senza compromessi la mia idea di lievitazione, sperimentando su impasti, cotture e abbinamenti. Il menu proporrà le mie creazioni iconiche, ma anche nuove proposte che valorizzano la materia prima e il concetto di “imperfezione perfetta”, dove ogni pizza è unica e irripetibile.

Hai lanciato l’apertura al motto, “l’imperfezione esalta la perfezione”, ce lo spieghi meglio?

Per me la perfezione non sta nella rigidità, ma nella capacità di valorizzare ciò che è naturale, autentico, vivo. La lievitazione è un processo dinamico, mai uguale a se stesso: ogni impasto ha la sua storia, il suo tempo, la sua unicità. Questo principio lo applico a tutto il mio lavoro: cerco l’equilibrio fra tecnica e spontaneità, tra precisione e creatività. È proprio nell’imperfezione che si trova la vera essenza della mia pizza.

Saporè Milano – via Gaetano de Castillia, 23 Milano – tel. 0245487949 – @sapore_milano – Ph Creativart