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Maglio, l'innovazione scritta nel DNA
di Laura Mantovano
10 aprile 2025
L’azienda che ha dato il via all’arte del cioccolato in Puglia compie centocinquant’anni. E con la sesta generazione si proietta nel futuro. Controllo totale della filiera produttiva, sostenibilità e nuovi prodotti esclusivi

Centocinquant’anni, un secolo e mezzo di storia, davvero un bel traguardo per Maglio, l’azienda che ha dato il via all’arte del cioccolato in Puglia. Un percorso che si snoda attraverso sei generazioni, perché dal capostipite Antonio fino a Vincenzo, Matteo e Benedetta, gli ultimi scesi in campo, il cioccolato è sempre stato un affare di famiglia. Una famiglia che grazie a geniali intuizioni, fin dagli esordi, ha “tenuto sempre il passo” senza disperdere la memoria di ricette e metodi di lavorazioni che oggi costituiscono un patrimonio ineguagliabile. Basti pensare che già Dante, il nipote del fondatore Antonio, soprannominato “settecervelli”, investì le sue risorse non solo per migliorare il servizio all’interno del caffè con cambio di cavalli aperto dal nonno, ma per portarlo in esterno, dando così il via all’attività di banchetti e ricevimenti che fece conoscere i prodotti “della casa” (cacao, mandorle, fichi, noci, pere e arance) in tutta la regione. È sempre Dante a pensare di ricoprire i dolcetti di pasta di mandorle con il cioccolato, per mantenerli morbidi più a lungo. Ma la produzione del cioccolato acquista nuovo impulso con suo figlio Vincenzo: è lui, infatti, ad avviare la produzione di frutta mediterranea con il cioccolato che diventerà uno dei must della casa. Fra gli anni Ottanta e Duemila, quello che era un laboratorio artigianale, si trasforma, grazie ad investimenti in macchinari, tecnologia e logistica, in un’azienda competitiva anche al di là dei confini nazionali. Ma fedele al DNA della casa, Maglio non si è fermato e ha dato vita ad un processo di filiera che ha spinto la nuova generazione ad un ulteriore salto in avanti. Ne abbiamo parlato con i giovani protagonisti

Quest’anno festeggiate 150 anni di attività, dal caffè con cambio di cavalli ad azienda con il totale controllo della filiera produttiva, un modo per rimanere fedele alle origini?
Ogni generazione Maglio ha contribuito a far evolvere l’azienda, a mantenerla al passo con i tempi. Questa spinta a innovare probabilmente è il fil rouge che ci accomuna insieme a una grande passione per il cioccolato. Noi oggi abbiamo la responsabilità di portare avanti la straordinaria eredità lasciata da chi ci ha preceduto, preservando la tradizione, ma con lo sguardo rivolto al futuro.
Oggi la produzione parte dunque dalle fave del cacao, come avete avviato il processo? Vi siete recati personalmente sul posto, stabilendo accordi con gli agricoltori?
Oltre dieci anni fa, abbiamo deciso di monitorare sin dalle piantagioni la qualità del nostro cioccolato: si è reso quindi necessario selezionare quelle aree geografiche che, con le loro varietà, potessero soddisfare il nostro progetto produttivo. Abbiamo quindi preso contatto con gli agronomi e le piccole comunità di agricoltori locali e con loro non solo abbiamo stabilito un rapporto commerciale, ma abbiamo anche condiviso e insegnato le buone prassi di gestione della terra, di raccolta e di lavorazione del cacao.
Su quale cacao concentrate maggiormente la vostra attenzione?
Noi lavoriamo principalmente con il Criollo, cacao aromatico di grande pregio, proveniente da piccoli appezzamenti del Venezuela e dell’Equador. Il nostro obiettivo è proporre al consumatore un cioccolato che riveli al palato una complessità di sfumature, fedele al terroir di provenienza. Siamo molto attenti anche al processo produttivo in azienda: per esempio la tostatura non deve mai snaturare le specifiche caratteristiche del cacao, bensì valorizzare le peculiarità.


Avete in programma l’immissione di nuovi prodotti sul mercato?
In azienda le sperimentazioni sono sempre in corso: noi Maglio amiamo dedicarci a nuove ricette e non ci spaventano le sfide. Sul fronte frutta ricoperta, di cui siamo leader di mercato, abbiamo presentato da poco il Cedro di Calabria, una referenza che ha richiesto molto lavoro: per essere pienamente soddisfatti abbiamo dovuto capire quale fosse il perfetto grado di maturazione del frutto sulla pianta prima di arrivare al risultato desiderato. Il Cedro di Calabria sarà sul mercato a partire da ottobre 2025. Nello stesso mese lanceremo una tavoletta da 50 g 100% cacao Porcelana Venezuela con produzione limitata a 1000 pezzi: si tratta del criollo venezuelano per eccellenza, rarissimo da trovare in purezza. Un’altra anteprima è l’introduzione di un nuovo cacao monorigine dal Costa Rica.
Nell’era dei social, per un’azienda di famiglia, è più facile o difficile comunicare la qualità?
I social sono una grande opportunità: consentono di arrivare a un ampio pubblico, ma nel contempo anche di targettizzare la comunicazione verso consumatori appassionati. Tuttavia, siamo consapevoli che i social devono considerarsi solo uno degli strumenti di una strategia di comunicazione integrata volta a veicolare le caratteristiche distintive dell’azienda e dei suoi prodotti.



Quale pensate sia la strategia più efficace?
Noi lavoriamo sia con progetti online che offline. Riteniamo che l’approccio globale sia quello vincente: così come l’online ci offre vantaggi quali la velocità nella diffusione di notizie e un’interfaccia immediata, per esempio, con lo shop online, il contatto diretto con il pubblico, attraverso eventi o degustazioni, rafforza la nostra brand identity, fidelizza la clientela, contribuisce al passaparola. Investiamo molto nella promozione della cultura del cioccolato di qualità, quindi non perdiamo mai occasione di confrontarci con i consumatori, perché il cioccolato merita di essere assaggiato e raccontato.
Il vostro progetto orientato alla sostenibilità include anche l’attenzione al packging?
Siamo attenti al tema del rispetto dell’ambiente e stiamo andando sempre più in direzione di un packaging sostenibile. Al momento le nostre scatole regalo sono in carta FSC (una carta certificata dal Forest Stewardship Council, organizzazione internazionale che promuove la gestione responsabile delle foreste, ndr); alcune referenze hanno alveoli in plastica 100% pet; le uova di Pasqua sono confezionate interamente in carta. Il prossimo anno introdurremo anche una linea completamente plastic free.
Nel 2024 il prezzo del cacao è aumentato di circa il 170% e le previsioni per il 2025 non sono rosee. Sempre meno e sempre più caro, il cacao è destinato a diventare quasi un bene quasi di lusso?
Innegabilmente forse già lo è. Anche noi, che abbiamo sempre pagato il nostro cacao di più rispetto al prezzo di Borsa, ci troviamo ora, a causa anche di una spregiudicata speculazione finanziaria, a soffrire questa situazione; nonostante ciò non perdiamo mai di vista il nostro focus, che è quello di continuare a garantire standard d’eccellenza del prodotto, lavoriamo per mantenere un rapporto corretto qualità/prezzo.

Corriamo il rischio di cioccolati alternativi?
Noi non consideriamo questo un rischio, ma un’opportunità. Anche la nostra azienda sta lavorando a prodotti che possano rappresentare una valida alternativa al cacao: è una sfida contemporanea alla quale non possiamo e non vogliamo sottrarci. Da questi stimoli, infatti, pensiamo possano nascere anche interessanti proposte. Naturalmente, qualora le iniziative intraprese in questa direzione si concretizzassero positivamente, si tratterebbe in ogni caso di un’offerta complementare al cioccolato, che resta per noi il core business aziendale.
Un’ultima domanda. Che sorprese ha in serbo Maglio per Pasqua? Una pasticceria milanese ha messo in vetrina un uovo da 1300 euro…
Non amiamo gli eccessi e non cerchiamo titoli sensazionalistici. Ci piace l’idea di offrire ai nostri consumatori un prodotto di alta qualità, artigianale (è realizzato quasi interamente a mano), ben confezionato, a un prezzo in equilibrio con il tutto. Agli intenditori e ai choco-lovers consigliamo di provare il nostro Uovo Cuyagua 100% cacao criollo; per gli amanti della tradizione suggeriamo l’Uovo fazzolettato da 1kg, sartorialmente “vestito” a mano con eleganti carte, tessuti e coccarde. Ai più golosi proponiamo le uova con le granelle salate di arachidi, mandorle e pistacchi, oppure il fondente con scaglie di biscotto croccante o riso soffiato. Chi ama sorprendere, non resisterà all’Uovo Violet, che nasce dall’unione tra cioccolato bianco Maglio e patata dolce dell’isola giapponese di Okinawa, dal caratteristico colore viola, dovuto ad un’alta concentrazione di elementi antiossidanti.



